venerdì 5 settembre 2025

ATTENDO


Attendo in silenzio
il sospiro stanco della notte 
dopo aver consumato 
ogni geometrica luce del giorno

Attendo la resa 
del dolore impotente
davanti alla gioia 
che riprende il fiato 

gioia che guarda 
dritto negli occhi
mentre a bocca chiusa 
racconta dell' inesprimibile fatto che

una volta girato l'angolo del buio

il bagliore si trasforma
in schegge taglienti delle ombre

fratturato policromato 

ferito però in piedi

Attendo 

da sotto la pietra 

ora sopra la roccia 

una volta raggiunta la vetta
a mani nude

la promessa 
il miracolo

©HebeMunoz 





sabato 23 agosto 2025

DI QUALE MATERIA SONO FATTI I SOGNI

“Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, e nello spazio e nel tempo d’un sogno è raccolta la nostra breve vita” (W. Shakespeare, La tempesta, atto IV, scena I)


Di quale materia sono fatti i sogni

Sono fatti forse del soffio d'aria 
tra le dita che si sfiorano
in un giro di sguardi

Forse si tratta dei colori 
che svolazzano 
da uno sguardo complice
che illumina i boschi sul lago

Ho visto sogni avverarsi
perché  a quattro mani
figurano il quotidiano
con la saggezza della allegria 
del sapersi tenere il passo

Sono questi i sogni 
fatti di una materia tangibile 
che profuma di caffè 
che sa di giro del mondo
per quanto amato fortemente in due

Alcuni di questi sogni
appartengono ad un vissuto 
che per quanto intenso
sono più vicini all'oggi che al ricordo

sono una macedonia di vita 
al palato del quotidiano

vivono negli oggetti 
che custodiscono 
gli angoli rotondi della casa
oggetti preziosi 
per le avventure che raccontano
con la sola muta presenza

I sogni

quelli grandi 
quelli inattesi 
quelli che si dicono impossibili
addirittura irraggiungibili

hanno un mano distesa
e ti invitano sempre

a ballare 

I sogni sono fatti 
della materia di Due
che hanno deciso 
di AMAR-SÌ,
in sogno
in verità 
e a colori

©HebeMunoz2025 
Dedicata
Lago d' Orta. Italia 



 






lunedì 18 agosto 2025

LA VIDA QUE SOMOS

II
AIRE

Respirar 
por la  nariz de la noche
esta vida que somos 

flotando en el mar que nos habita 

nos devuelve los fragmentos 
que se nos han quedado en el aire 

No han habido 
incertidumbres estáticas 

más bien un ir y venir
de peces convencidos
de que en el tepor de las corrientes 
se puede nadar en el pensamiento
tratando de conquistar 
un sueño minúsculo 
entre las algas aderidas al alma

Se puede ver
con claridad 

esparcido sobre todo lo que fue

la cantidad enorme
de fragilidades 

en medio de los remolinos del pecho

cuando los errores cometidos
se convierten en un río crecido 
que sin piedad deja un lodasal a su paso

Ver con los ojos del sol naciente
nos regresa a la novedad

al asombro de haber superado 

una tiniebla empecinada en mentirnos 
acerca de la esperanza

una tempestad que gritaba muerte
y que se carcajeaba en nuestra cara 
pensando que así 
sucumbiríamos ante ella



III 
TIERRA

Contarte acerca de quién soy 

cuando somos los dos

es una empresa de hormiga obrera
con una hoja en su espalda
cuidando el jardín 
del hogar que nos habita

es un vuelo incansable 
de abeja recolectora 
desde las cineas multicolores
hasta el néctar denso y viscoso
de nuestros dias 

es un vuelo de golondrina 
que sabe
que le pertenece al cielo 
por eso arriesga ascensos y descensos 
siendo capaz de planear 

despidiendo así nuestros inviernos


I
AGUA

Huele a tierra mojada 

después de la lluvia

tu cuerpo de hoja verde

tu flor de granada 
en la boca 

La humedad evaporada 

de los poros de tu piel 

es la victoria sobre el cansancio 

destilada 
en hilos de saliva 

tejiendo telarañas de besos 
con perlas de rocío 

Amaneció 


después del torrencial aguacero

que hizo de nuestras venas 

crecidas de ríos imponentes

los ví desde la cama 
corrían caudalosos
hasta nuestros cabellos
cual mares sobre la almohada 

La tierra mojada
la arena empapada
los ojos húmedos 
hojas verdes en la noche 
granada roja en la boca

©hebemunoz

IV 
FUEGO

Por más dias de cara al sol

aún con el alma descocida

quemamos las naves

defendiendo el latido 
del rojocorazónvivo 

en lo sagrado atemporal 

por lo sangrado vivificador

Por el calor y la luz 
ardemos en el centro purificador
del mirarnos a los ojos
sin cenizas 

Llamamos las cosas por su nombre

amor al volcán 
y a los besos
lava

ardor al abrazo

llamaradas 
a ese persistente 
movimiento transformador 
que nos da forma

así recuperamos
las chispas dispersas 
de quienes somos 

sin que se opongan

los miedos
ni los otros 
ni otra cosa
ni nos morimos 
ni nos iremos 
ni qué dirán 

la permanencia
es no prescindir del viaje
ni renunciar a la dicha de renacer

Que nos encuentren los siglos

trasnochados y con sueños 
bajo el incendio del alba
propagada en punta de estrellas

Que nos encuentre 
sí 
que nos encuentren

frente a esta hoguera 
ardiendo 

©hebemunoz



EL CUERPO, EL ALMA, EL ESPíRITU Y LA MENTE

V
EL CUERPO

Mis huesos contenidos
en esta estructura compleja

donde cada órgano palpita
junto a cada célula que se mueve
y en todo tejido se entreteje del sabernos

bailan al son de las canciones 
que salen de tu boca 

Mis pies se mueven ligeros

tibios y desclazos 

sobre la dicha de tu presencia
al ritmo de tus labios 
que hacen nido en mis orejas

Todo deja huella en mi piel

El tacto y el contacto
delinean la forma del espacio que ocupo 
con enigmas de fluir de sangre
proclamando lo tangible 
de la sed

Se me queda 

tu rostro entre la manos

lo blando y lo duro entre los dedos

cuál memoria de la noche interminable
y de la luz que lo borra todo

©hebemunoz

VI
EL ALMA

Cuántos son los siglos 
que han pasado 
desde el inicio del vuelo
Polvo viento
mucho
muchísimo 














mercoledì 23 luglio 2025

GLI SCORDI RIPETUTI

Quel tempo amniotico 
galleggiante 
tra palpiti e silenzi
nel centro di tutti gli inizi
si è perso nella intuizione 
di un fu che 
oggi è un è 

Il protendersi 
della vita embrionale 
dalla fecondazione 
alla inconsapevolezza 
del non conscio
continua ad essere 
un mistero tra i ricordi 

L' essere 
in costante mitosi 
tridimensionale 
che dalla luce prende spunto
per essere scintille vive
al di sopra di dolori e ferite

Siamo 

dalla genesis dei tempi 
nonostante Chronos 

la memoria puntuale
degli scordi ripetuti

©hebemunoz2025




 

lunedì 5 maggio 2025

MADONNA DELL' ORIOLA



Madonna dell'Oriola 
di luce piena

custodisci nel tuo cuore 
le suppliche di chi alza gli occhi a te

Non vi è oro più prezioso

del tuo sguardo di legno vivo

e di Chi 
tra le tue braccia 

sovrano sorregge il mondo

Amore puro e celeste 
Madre di speranza 
Stella del mattino

siano offerte a Te

centocinquanta rose profumate 
tra questo tempo e l'eternità

centocinquanta gemme d'amore
come ponte madreperlaceo tra i vivi e i morti

litanie lauretane 
quali canti di primavera fiorita
sui campi e le colline della Padana
dallo Stirone al Rovacchia

Tu 

Madre Celeste

che pur sotto le macerie

hai disteso la tua Grazia
su questa città di fede

ascolta 
le suppliche degli afflitti

dà riposo ai pellegrini

per la gloria di Dio
prega per noi


Hebe Munoz

Maggio a Fidenza



 








venerdì 21 febbraio 2025

DONNE IN PRIMAVERA





I
È così 

la primavera 

si è raccolta i capelli
in mille petali caduti 
di un ramo spoglio di pensieri

Sono gonna al vento 
i profumi dei campi 
fioriti come stelle cadute
da una notte fonda
senza mani


II
Vidi in lei 
uno sguardo di marzo
i suoi occhi erano 
rami e foglie appena potati

mentre lei stessa 

rinasceva rotta 
come un seme sottoterra 

oltre le mura 
del giardino della vita

spuntava decisa
da una crepa 
sull'asfalto bollente

Osserva bene
il vero giardino è qui


III
Pelle di ogni ruga 
pigmenti i polpastrelli 

sei sempre un fiore 
pur di spine protetta

quando l' aria viaggia 
portando via con sé 
il bouquet del tuo centro

Fiorirai in tanti campi
così dicono le farfalle


IV
Un fiore raro
aspetta sempre il sole

non è un geranio 
ne una margherita

è un fiore strano
un' umile erba cresciuta 
guardando il cielo

ignorata
mai colta

Lei 
piccola e serena
si moltiplica in mille punti 
sulle colline del cuore

Un fiore raro 
di raro bagliore 
dimora nel petto 

Ancora non riescono
a trovarle un nome

lei esiste lo stesso


IV 
Apriti tra le mani
mistero di mille sogni

Apriti sino a rimanere

come una casa
come un ricordo
come la pausa necessaria

Apriti 

come la porta alla vita che sei
il dopo dopo l'adesso

Apriti e 
insisti nella allegria che sei
con la tenacia che hai sino alla fine
sapendo che dopo sarai ancora 
trasformata in frutto

Apriti 
fiore di lotto

mostra al mondo 
la gentile nobiltà che ti abita 

Chi ti vorrà vedere
saprà del fiore  che sei
pulita
diafana 
chiara


V
Il mare appena respira 
il cielo apre gli occhi a mala pena

succede sempre così dopo la tempesta

ma la rugiada è saggia
e trova un riposo gocciolato
nei petali levigati 
di tutti i fiori

Donne sono donne
questi fiori

alcune con i rami spezzati
sono ancora in piedi

pronte per essere un rifugio

il tocco sottile della vita 

fragili e cicliche


VI

Di che colore sei fiore del tempo

Ho visto tremare le tue foglie 
sotto le piogge piangenti
di nuvole sedute sulla tristezza 

Parlami delle tue radici 

quelle della tua anima 

Dimmi chi 
ti ha strappata nel dentro 
per poi farti quasi appassire 

Fiore stupendo
raccontami della tua essenza
del tuo grido al vento
della virtù che indossi con garbo
della fermezza del tuo essere
del tuo splendore ritrovato 

Dov'è è la sorgente 
della quale ti disseti

©HebeMunoz
.
Imagine Primavera Sandro Botticelli.
La chiamerò Primavera perché dopo la morte tornerà alla vita. 























  










giovedì 6 febbraio 2025

CUANDO SOMOS LOS DOS

Contarte acerca de quién soy 

cuando somos los dos

es una empresa de hormiga obrera
con una hoja en su espalda
cuidando el jardín 
del hogar que nos habita

es un vuelo incansable 
de abeja recolectora 
desde las cineas multicolores
hasta el néctar denso y viscoso
de nuestros dias 

es un vuelo de golondrina 
que sabe
que le pertenece al cielo 
por eso arriesga ascensos y descensos 
siendo capaz de planear 

despidiendo así nuestros inviernos

©hebemunoz