che tutto torni
ad essere
com'era prima
quel tempo indaffarato
della corsa
dell'affanno
dell'anonimato umano
quel tempo
urgente del nulla
dell'assurdo quotidiano
della carezza per dopo
di un dopo
che non si è saputo
mai quando
Quel tempo
dello scorrere di Kronos
senza renderci neanche conto
di un fiore appena nato
di uno sguardo gentile
del silenzio nel rumore
del saluto voluto e cercato
Quel tempo
della incuratezza
delle farfalle senza santuario
del ghiaccio sciolto delle nevi
dell'azzurro serrato in apnea
del prossimo e del lontano
Quel tempo
della corsa
contro il calendario
che lascia
l'esistenza senza fiato
della stanchezza costante
del timore insistente
del sempre tempo scaduto
Un continuo continuare
un ruotare senza sosta
un movimento assurdo
un dimenticarsi dentro
un tutti insieme ma soli
Un fare da padroni
su ciò che non ci appartiene
Ognuno nel suo
ognuno nel niente
Sfruttatori del mondo
come se fosse nostro
come se fosse per sempre
Quel tempo della immediatezza
fatto di solo l'adesso
il subito ansioso
di chi non conosce l'oltre
Io non voglio
che tutto torni
ad essere
com'era prima
Voglio tornare in me
ed in quello che mi natura
buona novella di primavera
Voglio tornare in silenzio
per non disturbare l'altare
delle acque dei neonati
dei cuori infranti
dei sogni degli altri
dello sbocciare continuo
dell'amare nell'amare
delle amicizie
oltre il tutto
che sorreggono le mani
dei genitori dei figli
dei nonni ancestrali
Voglio ri-tornare scalza
per camminare leggera
sul suolo sacro immacolato
della incommisurabile liturgia
della vita benedetta
©hebemunoz
TRADUCCIÓN EN ESPAÑOL
No quiero
que todo regrese
a ser como era antes
aquel tiempo atareado
de carreras
del afán
del anonimato humano
aquel tiempo
urgente de la nada
del absurdo cotidiano
de la caricia para después
de un después
que no se ha sabido
jamás cuándo
Aquel tiempo
del transcurrir de Kronos
sin darnos cuenta nisiquiera
de una flor recién nacida
de una mirada gentil
del silencio en el ruido
del saludo querido y buscado
Aquel tiempo
de la indiferencia
de las mariposas sin santuario
del hielo disuelto de las nieves
del azúl ajustado en apnea
del próximo y del lejano
Aquel tiempo
de la carrera
contra el almanaque
que deja la existencia
sin aliento
del cansancio constante
del temor insistente
del siempre
se acabó el tiempo
Un continuo continuar
un dar vueltas sin parar
un movimiento absurdo
un olvidarse adentro
un todos juntos pero solos
Un actuar
como si fuéramos dueños
de todo aquello
que no es nuestro
Cada uno en lo suyo
cada uno en la nada
Aprovechadores del mundo
como si fuera nuestro
como si fuera por siempre
Aquel tiempo del inmediato
hecho solo del ahora
el enseguida ansioso
de quien
no conoce el más allá
Yo no quiero
que todo regrese
a ser como era antes
Quiero regresar a mí
y a aquello que me natura
buenas nuevas de primavera
Quiero regresar al silencio
para no molestar el altar
de las aguas
de los recién nacidos
de los corazones quebrantados
de los sueños de los otros
del florecer continuo
del amar en el amar
de las amistades
a pesar de todo
que se sostienen las manos
de los padres de los hijos
de los abuelos ancestrales
Quiero regresar descalza
para caminar ligera
sobre el suelo
sagrado inmaculado
de la incommisurabile liturgia
de la vida bendita
©hebemunoz
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