I Il quotidiano innamoramento
L’amore mio
ha tanti di quei nomi.
Batte le foglie a volte come cielo
che scende in gocce. Tira via le foglie
secche e le trasporta in volo.
A volte l’amore mio sorge e risplende
a volte per un momento breve
mi guarda sul sentiero con occhi
spaventati di capriolo. Ha molte facce
l’amore mio. Umane facce
e musi. Ha tutte le parole.
Ha note, sinfonie, voci cantate.
Ha un vuoto così grande
che mi accoglie mi chiama mi
atterrisce. L’amore mio.
Mi consola e mi duole.
E non muore – non muore.
Da forma a forma fiorisce.
Mariangela Gualtieri, Il quotidiano innamoramento da Quando non morivo, Einaudi, pp. 17
“El Enamoramiento cotidiano”
Mi amor tiene tantos nombres distintos.
Golpea las hojas a veces como el cielo
que cae en gotas. Quita las hojas
secas y las lleva en vuelo.
A veces mi amor surge y brilla, a veces, por un breve momento
me mira en el camino con ojos
asustados de los corzos. Tiene muchas caras
mi amor. Rostros humanos
y hocicos. Tiene todas las palabras.
Tiene notas, sinfonías, voces cantadas.
Tiene un vacío tan grande
quien me acoge me llama
aterroriza. Mi amor.
Me consuela y me duele.
Y no muere, no muere.
Florece de forma en forma.
Traduzione di Hebe Munoz 2023
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Ciò che non
muta
io canto
la nuvola la cima il gambo
l’offerta il dono la rovina
apparente d'acqua che tracima
di tempesta e di onde.
Io canto il
semplice del grano
e del pane la stessa festa che si tiene
fra le rose a maggio, la corsa
della rondine e il coraggio
dell’animale nella tana
quando gli esce il nato fra le zampe.
E il
silenzio fra rami immobili
il mistero della pioggia nel bosco
e altre cose che sempre
si cantarono. Io le canto a voi
vivi con me ora sull'orlo
mentre sferragliano veleno
fra idoli potenti e gracili
nella cospirazione del bene
battagliati fra le catene
d' una dittatura che impera.
Noi non
adoreremo le sue merci.
Non piegheremo la schiena
alla sua greppia.
La nuvola
piuttosto adoreremo
che è maestra di scorrerie per il cielo
e di alta impermanenza, e di esistenza
senza peso. Piuttosto la foglia
che sa mollare la presa
o il sasso concentrato in un'intesa
di ere, o le preghiere della legna
col suo ardore di fuoco.
O il fuoco.
Adoreremo
ciò che in tutto non muta e si offre quieto
al grande gioco delle sostanze.
La forza dirigente del respiro.
La spinta acuta che lo diffonde.
Misteriosa forza che sospende
quando è ora.
Mariangela Gualtieri, Bestia di gioia, Einaudi, pp. 32-33
Bestia di dicha
lo que no muda
yo canto
la nube la parte superior el tallo
la oferta el regalo la ruina
aparente de agua que desborda
de tempestades y de olas.
Yo canto lo sencillo del trigo
y del pan la misma fiesta que se celebra
entre las rosas de mayo, la carrera
de la golondrina y coraje
del animal en la guarida
cuando el recién nacido sale entre sus patas.
Y el silencio entre ramas inmóviles
el misterio de la lluvia en el bosque
y otras cosas de las que siempre
se cantaron. Yo les canto
vivos conmigo ahora en el borde
mientras traquetean veneno
entre ídolos poderosos y débiles
en la conjura del bien
luchado entre las cadenas
de una dictadura que reina.
No adoraremos sus mercancías.
No doblaremos la espalda
A su pesebre.
La nube preferimos adorar
que es una maestra de las incursiones por el cielo
y de alta impermanencia y de existencia
ingrávida. Más bien la hoja
que sabe soltar su presa
o la piedra concentrada en un acuerdo
de las eras, o las oraciones de la madera
con su ardor de fuego.
O el fuego. Adoraremos.
Lo que en todo no se muda y se ofrece apacible
al gran juego de las sustancias.
La fuerza directriz de la respiración.
El empuje agudo que lo esparce.
Fuerza misteriosa que suspende
cuando es hora
Mariangela Gualtieri
Traduzione di Hebe Munoz 2023
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III Cadere nell’ebbrezza degli slegati
Espormi a
tutte le correnti
cadere nell’ebrezza
degli slegati.
Dimenticare il patto, le parole
il nome tuo – vorrei.
Ma l’adesione a te
in forma d’una ottemperata forza
che salda e cuce.
La violenza antichissima che osa
gravare dentro me
la tua sostanza –
nell’alleanza
d’un sangue che non ragiona
e s’imprigiona in te, con te,
fino a qualunque rovina
o cima altissima
o baratro d’anni che s’avvicina.
Non posso.
Non posso più
essere la randagia
che vacilla in soglia, ma solo
regina di te e tu sovrano –
un po’ piangiamo e un po’ no
abbracciati ancora custodiamo
il nostro porto sepolto
e intero l’uragano.
Mariangela Gualtieri, Cadere nell’ebbrezza degli slegati, Quando non morivo, Einaudi, p.p 128
Caer en la embriaguez desatados
Exponerme a todas las corrientes
caer en la embriaguez
de los desatados.
Olvidar el pacto, las palabras
tu nombre - quisiera.
Mas la unión a ti
en forma de una fuerza cumplida
que suelda y cose.
La antigua violencia que se atreve
a recaer dentro de mí
tu sustancia -
en el pacto
de una sangre que no razona
y está preso en ti, contigo,
hasta cualquier ruina
o cima altísima
o abismo de años que se acerca.
No puedo. No puedo más
ser la vagabunda
que vacila en el umbral, sino solo
reina tuya y tu soberano –
lloramos un poco y un poco no
abrazados aun custodiamos
nuestro puerto enterrado
y entero el huracán.
Traduzione di Hebe Munoz 2023
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