venerdì 1 ottobre 2021

Addio caro maestro, nonno della tribù, fratello maggiore nella fede e nella poesia: Salvador Terneiro Díaz

Se un giorno parlo di uccelli
di luci, di viaggi, è perché sono stato giovane.
Se altre, di sete, di sussulti, dispiaceri, è perché sono vissuto in un paese lontano.

Se dico colibrì, caracas, cumaná, carora, maracay, è perché sono tornato nel mio paese e tutte le delizie fanno nido dentro di me e sono luminoso, felice, con un sole segreto in mezzo al petto che illumina di notte.
Se faccio silenzio, se passo i giorni, 
i mesi, le stagioni, senza dire nulla
è perché non esisto

Vapore o foschia o polverone
che il vento cancellò da una manata
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Poesia di Salvador Terneiro Díaz
Traduzione in italiano: Hebe Munoz. 

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