domenica 30 giugno 2024

UNA DE ELLAS / UNA DI LORO SEZIONE IV Edizione Premio IL SILENZIO UCIDE- 3° posto

Premiazione del 4° Concorso Letterario "Il silenzio uccide" organizzato presso la Villa Comunale di Roseto degli Abruzzi. 29 Giugno 2024:

SEZIONE POESIA / Podium 3° posto:

🥉UNA DI LORO di Hebe Munoz 

Questo premio è importantissimo per me. Sono commossa, emozionata e grata alla giuria per il premio dato alla mia poesia: UNA DI LORO. 

I miei complimenti di cuore per tutti i vincitori e per tutti i partecipanti perché ognuna delle loro voci, la mia compresa, sono parte di un coro che si fa sentire forte e chiaro: Basta violenza di ogni genere! 

Grazie a Andreina Moretti presidente della Associazione Il Guscio  💐 perché con tenacia, fermezza instancabile e amorevole agire è un grande esempio per tutti noi volontari ed è  anche il cuore pulsante che opera per il bene e per la giustizia dei più fragili. Grazie di questa opportunità di poter essere anch'io una "guscina".  

Per chi ci legge e vorrebbe fare parte di noi, siete benvenuti , potete unirvi a noi e collaborare con questa bellissima realtà  di soluzioni concrete e tangibili:

ASSOCIAZIONE IL GUSCIO 
https://www.ilguscio.online/

Insieme si può fare molto e il vostro aiuto e supporto saranno sicuramente importanti.

Onorata, vi abbraccio a tutti. 🙌🏻🩷🙌🏻

A voi il poema inedito premiato 
(bilingue: 🇮🇹 it-esp🇪🇸) :

🇮🇹
UNA DI LORO

Porto con me 
tutte quelle che sono stata

Una di loro
la ricordo a dura pena

per la durezza 
del suo gesto addolorato

per la pena 
che dall'anima 
piegava le sue spalle

per come affogava 
dentro il profondo buco nero 
del suo petto

Lei
era sempre così fuori da me

così persa
sotto l'ombra 
dei mostri di altri

anonima e assente 

La maggior parte delle volte
galleggiava in un limbo di miraggi
tremante
autistica
con la bussola della vita
rotta tra le mani

fatta a pezzi
così come lei stessa

I suoi occhi si erano abituati
alle piogge torrenziali
della paura
che si abbattevano senza pietà
nell'iride delle sue pupille

Era solita 
alzare il dito indice
per scrivere versi nell'aria

versi andati perduti 
nel nulla sordo
del suo respiro agitato

Non pettinava i suoi capelli 
non dormiva
non mangiava

perché farlo
se non sapeva
neanche come stare in piedi

senza testa
senza lingua
senza cielo 

Più di una volta
trovò rifugio nel bagno
dove si cullava da sola
con la sua bebè tra le braccia

cantava sottovoce 
una ninna nanna 
ed entrambe si addormentavano 

Una volta le spaccarono 
dei piatti sui piedi 
la spinsero con forza
contro le mura della cucina

fu lì
che imparò a volare

rimasse attaccata al soffitto
con le mani alle orecchie
aspettando 
che si calmasse il rumore

il giorno dopo 
decise di fare una passeggiata
con il suo trucco viola
spingendo la carrozzina
dove dormiva il suo 
unico e vero amore

ma persino la brezza 
faceva male

La sua giovinezza
se n'è andata via così 
tra le ferite le cicatrici
e migliaia di lucciole di speranza

Non è mai fuggita

l'hanno riscattata

nel pronto soccorso
di un ospedale

lei 
non se n'è neanche 
resa conto

una corda d'amore
fatta di mani
le allacciò la vita
insieme ai polsi 
della sua creatura

Passarono 
molti anni ancora
vivendo in balìa
di forti venti

pianeggiante e controvento 

più consapevole
rinata dalle acque 
salate e dolci

A volte si spaventa 
ma si ritrova

Oggi lo sa
lei 
ha sempre avuto le ali

©hebemunoz

UNA DE ELLAS

Llevo conmigo

todas los que he sido

 

una de ellas

la recuerdo con dificultad

 

por la dureza

de su gesto adolorado

 

por la pena

que desde el alma

le encogía los hombros

 

por cómo se ahogaba

dentro del profundo agujero negro

de su pecho

 

Ella

Estaba siempre asì

tan fuera de si

 

tan perdida

bajo la sombra

de los monstruos de otros

 

anónima y ausente

 

La mayor parte del tiempo

flotaba en un limbo de espejismos

 

temblorosa

autista

con la brújula de la vida

roto entre las manos

hecha pedazos

 

así

como ella misma

 

Sus ojos se habían acostumbrado

a lluvias torrenciales

del miedo

que caían sin piedad

en el iris de sus pupilas

 

habitualmente ella

levanta el dedo índice

para escribir versos en el aire

 

versos que se perdieron

en la nada sorda

de su respiración agitada

 

No peinaba sus cabellos

No dormía

No comía

 

¿Por qué hacerlo?

Si no sabía nisiquiera

Cómo estar de pie

 

sin cabeza

sin lengua

sin cielo

 

Más de una vez

encontró refugio en el baño

donde se dondolaba sola

con su bebe en brazos

 

cantaba a baja voz

una canción de cuna

y ambas se quedaban dormidas

 

Una vez le rompieron

unos platos en los pies

la empujaron con fuerza

contra las paredes de la cocina

 

fue allí

que aprendió a volar

 

en los pies 

la empujaron con fuerza 

contra la pared de la cocina

 

fué allí donde aprendió

a volar 

 

se quedó pegada del techo

con las manos en los oídos

esperando que se calmara

el estruendo

 

al dia siguiente 

decidió salir a pasear

con su maquillaje morado

empujando el coche 

donde dormía su único

y verdadero amor

 

pero hasta la brisa

dolía

 

Su juventud se le fue así

entre heridas 

cicatrices 

y miles 

de luciérnagas de esperanza

 

No huyó nunca

 

la rescataron

en la emergencia

de un hospital

 

ella ni se enteró 

 

una cuerda de amor

hecha de manos

enlazó su cintura  

junto a los pulsos 

de su creatura

 

Pasaron muchos años

viviendo a merced 

de fuertes vientos

 

planeando y contra viento

 

más consciente

renacida de las aguas

saladas y dulces 

 

A veces se asusta

pero se encuentra

 

Hoy lo sabe 

ella

ha siempre tenido alas

 

©hebemunoz


🎨Imagine di George Underwood, 1947 Pittore fantasy.
Richard George Underwood è un artista e musicista britannico. 
È noto soprattutto per la progettazione di copertine di album per numerose band negli anni '70 e per le sue collaborazioni con l'amico di lunga data, il cantautore David Bowie.
George Underwood ha frequentato la Bromley Technical High School dove ha sviluppato l'interesse per la musica insieme ai compagni di classe David Bowie e Peter Frampton.
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lunedì 24 giugno 2024

DALLA PELLE IL CUORE

Dalla pelle 
il cuore 
si è fatto un guscio

dalle braccia 
il corpo
uno scudo

lo stomaco
si difende
dai calci piombo 

l'anima 
si copre
dai coltelli di labbra appuntite

Non vi è 

un angolo di muscolo
un nervo teso
un singolo pensiero

che non subisca

il colpo e il contro colpo
del violento peso morto
della malvagità 

Non ti azzardare a chiamarlo Amore

Gli occhi chiusi 
tacciono a palpebre strette 
guardano verso l'abisso del dentro

All'angolo

messa all'angolo ottuso 
della violenza inclemente 

fruscio imbrunita

Nell'involucro che sono 

custodisco 
il seme originario 
di me stessa

Dal profondo un urlo razzo inatteso

sprona la paura affacciata tra i denti 

oltre il limite del silenzio che uccide 
questo corpo 
che vorresti abituare alla ferita

questo stesso corpo 

s'innalza dagli abissi 
con una sentenza salvifica in bocca

questo corpo è mio non tuo

e non ne vuole più sapere
di assenze di sé stesso
di rinvii di libertà

Scappo 
verso quella luce dilatata 
di parole in pianto 
parlo parlo parlo 
mi difendo 
chiedo aiuto

Benedetta l'acqua che lava il sangue
benedette le mani in quell'acqua

Benedetto il bagliore delle farfalle
benedette le anime con le ali
che mi accolgono 
nel campo delle margherite
senza giudicare 
la mia otróra 
mancanza di riflesso allo specchio

@hebemunoz