giovedì 22 agosto 2024

EXTRANJEROS / STRANIERI di SALVADOR TERNEIRO DIAZ

EXTRANJEROS

Nada sosiega en estas mitades que somos
en la estación transparente.

Ascendemos por La Amargura. Es una calle.
Plaza de Azcárraga.
Es Coruña y es el atardecer.

Dejamos atrás un mar de aromas trasatlánticos.

Amarga –o al menos no reconforta- esta luz
estas calles, estos confines.

La mano que no escribe y el mismo nudo en la garganta.
Y la misma mano que se niega. Es la mudez.

Venimos del sur y borramos
todo lo que fuimos,
todo lo que somos.
El nombre de nuestras ciudades
el ardor, la quemadura,
en nuestras pieles despellejadas.

Navegábamos sin brújula y nos arrojaron
a esta luz durísima.
Lo ignoramos todo.

Y estos aires portuarios que no favorecen.

Alguna vez entra la niebla en nosotros.
Se arrastra desde el mar y lija nuestras gargantas
resecas.

Extranjeros.

No quedan ya paisajes que reconcilien.
El único esplendor está en los cuerpos.

©Salvador Terneiro Díaz

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STRANIERI

Di Salvador Terneiro Diaz

 

Nessuna quiete in queste metà che siamo

nella stagione trasparente.

 

Ascendiamo per La Amargura. È una strada.

Piazza Azcárraga.

È la Corunna ed è il tramonto.

 

Ci lasciamo alle spalle

un mare di aromi transatlantici.

 

Amara – o almeno non confortante – questa luce

queste strade, questi confini.

 

La mano che non scrive e lo stesso nodo alla gola.

E la stessa mano che si rifiuta. È il mutismo.

 

Veniamo dal sud e cancelliamo

tutto quello che eravamo,

tutto quello che siamo.

Il nome delle nostre città

I ‘ardore, la bruciatura,

nelle nostre pelli scorticate.

 

Navigavamo senza bussola

e ci lanciarono

in questa luce durissima.

Ignoriamo tutto.

 

 

E queste arie di porto che non favoriscono.

 

A volte entra la nebbia in noi.

 

Striscia dal mare e abrade le nostre gole

secche

 

Stranieri.

 

Non esistono più paesaggi che riconciliano.

L'unico splendore è nei cadaveri.

 

Traduzione in italiano di Hebe Munoz

 

NOTA BIOGRAFICA DI SALVADOR TERNEIRO DIAZ

Critico, poeta, saggista e professore universitario, Tenreiro è nato a La Corunna nel 1952, ma trascorsi buona parte della sua vita in Venezuela. Studiò Letteratura presso l'Università Centrale del Venezuela (UCV) negli anni '60, nel 1977 presse la laurea come professore di Letteratura e Lingua Spagnola presso l'Istituto Pedagogico di Caracas e nel 1984 conseguì il dottorato presso l'Università di Parigi VIII con la tesi Il poema in prosa: le affermazioni del sé e la transtestualità nell'opera di J. A. Ramos Sucre.

Fu professore emerito all'Università Simón Bolívar e mise in risalto il suo lavoro critico studiando lo sviluppo della letteratura venezuelana dei secoli XIX e XX. Pubblicò le raccolte di poesie Los Sueños Fértiles (Ediciones de la Universidad Central de Venezuela; Caracas, 1976) e Secreta Clarity (Talleres de Fotograbado Motta; Caracas, 1979); l'antologia Vicente Gerbasi prima della critica (Monte Ávila Editores Latinoamericana, 1997), e i saggi Per una poetica del soggetto nell'opera di J. A. Ramos Sucre (1987) e Il poema plurale: appunti sulla poesia contemporanea (Ediciones de la Casa de Bello; Caracas, 1989), tra gli altri titoli.

Vinse il Premio di Poesia Francisco Lazo Martí, della Casa della Cultura Calabozo (1978); il Premio Manuel Díaz Rodríguez del Consiglio Comunale del Distretto di Sucre, nella menzione di Saggio e Ricerca (1985), e il Premio Manuel Díaz Rodríguez del Comune di Sucre (1987).

La situazione in Venezuela lo spinse a recarsi in Spagna, da dove ha manteneva i contatti con la letteratura venezuelana attraverso il suo profilo Facebook, nel quale pubblicava ricordi legati alla sua carriera letteraria, testi critici e apprezzamenti di autori contemporanei.

 È morto in Galizia, Spagna, un mercoledì 29 settembre 2021 all'età di 69 anni.

Cit. “Paradossalmente, la mia forza per restare in vita si rinnova”, scrisse “Finché potrò pronunciare una parola, sarà sempre per la vita, per la libertà, per l’amicizia, per tutto ciò che ci rende esseri umani solidali”. IN MEMORIAM

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